Dirigente alle Generali, triestino e poi residente a Vienna, imprenditore visionario, borghese ma con un titolo nobiliare, capo della comunità ebraica, fratello di un importante membro del partito liberal-nazionale, cosmopolita cittadino del mondo, pacifista, in rapporto con Freud, chi fu Edmondo Richetti?
Ricostruire la sua storia è un modo per immergersi nella complessità di Trieste in età asburgica, e di riflesso nel complesso equilibrio di Generali, una società dalle tante sfaccettature.
Importante famiglia ebraica triestina, i Richetti svolsero funzioni rilevanti, oltre che nella vita cittadina, anche alle Assicurazioni Generali, per almeno tre generazioni. Eugenio Richetti fu nella sua carriera di assicuratore anche agente delle Generali a Leopoli, in Galizia, dove nel 1855 nacque uno dei tre figli, Egidio, che a sua volta fu dipendente dell’Agenzia di Fiume e di Praga.
Gli altri due figli, Ettore ed Edmondo, ebbero un ruolo di primo piano alla Direzione di Trieste: Ettore, avvocato, fu consigliere di amministrazione dal 1896 al 1915, diventando quell’anno direttore, Edmondo ricoprì la carica di segretario per quasi due decenni. La sua storia alle Generali iniziò a ventisette anni, nel 1883, quando divenne caposezione della Erste Österreichische Allgemeine Unfall-Versicherungs-Gesellschaft di Vienna, compagnia figlia specializzata nel ramo infortuni, tra le prime del Gruppo Generali. Ne divenne in seguito direttore, approdando infine nel 1890 a Trieste, prima come segretario generale sostituto poi come segretario generale, carica di spicco nella sua funzione di anello di congiunzione tra direzione e amministrazione, a capo di una segreteria con funzioni molto vaste e rappresentante della Compagnia negli organi di categoria, come la Camera di commercio, di cui fu presidente a Trieste.
Richetti fu segretario generale fino al 1909, poi direttore gerente – quando con le riforme statutarie che reintrodussero la carica di presidente il nome di questa funzione fu modificato – fino al 1913, alle soglie del pensionamento e della scomparsa, avvenuta nell’agosto del 1914 a Reichenau, in Austria. Negli ultimi mesi di servizio fu elevato direttore.
Edmondo Richetti fu un esponente di quell’aristocrazia economica triestina che la studiosa Anna Millo ha definito «élite del potere»: fu a capo della comunità ebraica, subito dopo il fratello Ettore, e tra i pochi borghesi che ottennero il titolo nobiliare di cavaliere (dal 1904 Richetti de Terralba). Imprenditore in proprio, tra l’altro fondatore della prima casa automobilistica triestina, l’Alba, che non ebbe però fortuna. Se il fratello Ettore fu un rappresentante del partito liberal-nazionale di Trieste, tanto da essere ricercato durante gli anni della guerra dalla polizia austriaca come «fanatico irredentista», Edmondo apparteneva a quella borghesia cosmopolita a proprio agio a Trieste come a Vienna, dove si stabilì insieme alla moglie Wilma Weiss. La cognata, Helene Weiss, si interessò molto precocemente alle teorie psicanalitiche di Freud e forse Richetti stesso ne fu il tramite.
La sua attività è testimoniata in molti documenti conservati in Archivio, come i verbali direzionali e la corrispondenza della Segreteria. Tuttavia ha lasciato la sua impronta più originale nel fascicolo personale, che custodisce uno straordinario opuscolo per la pace, intitolato Gründung des Vereines “Europäischer Staatenbund” e stampato a Vienna nel maggio 1914, proprio alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale.
Per approfondimenti su Richetti: A. MILLO, Edmondo Richetti, in Generali nella Storia. Racconti d’Archivio. Novecento, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 76-79.